Ontologie musicali

Ouvrage collectif

Editeurs scientifiques : Alessandro Arbo et Alessandro Bertinetto

Editeur : Firenze University Press

Collection Aisthesis - Pratiche linguaggi e saperi dell'estetico

Volume 6 Special Issue

ISSN (online) : 2035-8466

Parution : décembre 2013

Le site de l'ouvrage peut être consulté chez Firenze University Press.

 

     Nella sua accezione più fondamentale, l’ontologia è una disciplina a priori che riguarda il modo di esistere di proprietà, eventi, oggetti, relazioni. L’ontologia musicale si presenta come una sua specifica branca, o meglio come il risultato della sua applicazione a un dominio particolare: quello della musica, appunto. Da alcuni decenni, questo settore di studi ha registrato importanti sviluppi, fino a presentarsi come uno dei più fiorenti nell’ambito delle filosofie dell’arte – in particolare, ma non soltanto, quelle di orientamento analitico. Gli obiettivi delle ricerche si possono raggruppare in tre principali ordini di problemi.

     1. Da un lato, si tratta di chiarire lo statuto ontologico delle entità musicali: quando parliamo di melodie, opere, strutture sonore o proprietà espressive stiamo parlando di realtà o di modi di dire, di pensare o di categorizzare la nostra esperienza e le nostre pratiche? Ed eventualmente ci sono vie per ritenere tra loro compatibili le due risposte, a tutta prima in reciproco contrasto?

     2. Seguendo una seconda direttrice, le domande riguardano il modo di esistere delle entità in questione: in che modo esiste un’opera musicale? Si tratta di un’entità mentale, fisica, o culturale? Che cosa la differenzia, per esempio, dal modo di essere di un’improvvisazione?

     3. A questi due problemi se ne aggiunge poi un terzo: che rapporto intrattengono gli interrogativi ontologici con la dimensione valutativa dell’esperienza estetica e artistica? È possibile o auspicabile sostenere una priorità metodologica dell’ontologia sull’estetica o dell’estetica sull’ontologia, quando si cerca di rendere conto di un’esperienza musicale?

     In buona parte, le filosofie della musica degli ultimi trent’anni hanno mostrato la tendenza a sviluppare risposte di tipo “platonico-strutturalista”, fondate sull’applicazione e il progressivo perfezionamento della coppia type/token. Tuttavia, si è assistito anche all’emergere di riflessioni che si sono interessate al complesso rapporto esistente tra l’esperienza estetica e le articolazioni ontologiche dei fatti musicali, alla pluralità dei generi e dei dispositivi musicali, ai differenti modi di comunicazione e diffusione della musica (basti qui sottolineare in che misura l’ascolto della musica live è divenuto oggi minoritario rispetto all’utilizzo di supporti o ambienti quali CD, DVD, mp3, Internet, ecc.) e ancora alle diverse forme di produzione della musica (dall’improvvisazione al lavoro in studio), irriducibili alla relazione tripartita composizione/esecuzione/ascolto propria della musica colta occidentale.

     Tenendo conto di tali sviluppi, questo numero di “Aisthesis” si è proposto di:

  • approfondire il rapporto tra le concezioni ontologiche della musica e l’esperienza estetica che ne facciamo oggi, nelle sue molteplici forme;
  • esaminare in prospettiva filosofica i diversi modi d’esistenza della musica, e il significato delle sue specifiche qualità espressive, in quanto oggetto di una performance, risultato di un atto compositivo e oggetto d’ascolto;
  • esplorare l’applicazione delle categorie estetiche e ontologiche alla musica non scritta e improvvisata, tanto nelle culture musicali tradizionali, quanto nelle culture fonografiche;
  • indagare l’evoluzione dello statuto ontologico degli oggetti musicali alla luce delle innovazioni tecnologiche e teoriche verificatesi nel corso dell’ultimo secolo;
  • mostrare, anche sul piano storico, implicazioni psicologiche, ideologiche e in senso lato culturali derivanti dalla concettualizzazione dei fenomeni musicali.

     Il volume riprende e integra i contributi presentati e discussi nel corso di un convegno internazionale di studi svoltosi a Udine nei giorni 10-11 ottobre 2013 e co-organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Udine (con il contributo finanziario del PRIN 2009 “Percorsi dell’ontologia”) e dal “Groupe de Recherches Expérimentales sur l’Acte Musical” (Labex GREAM) dell’Université de Strasbourg. I curatori desiderano ringraziare vivamente Fabrizio Desideri e tutta la Direzione di “Aisthesis” per aver accolto la pubblicazione in questa sede.

Musées de la Ville de Strasbourg
Opéra National du Rhin
Conservatoire de Strasbourg
CDMC